Com’è bello alzarsi la mattina e accendere la tv per cercare di svegliarsi. Lo faccio raramente, perché di solito preferisco dilungarmi un po’ tra le lenzuola che sanno di sonno, per il puro piacere di prolungare il mio viaggio notturno dal quale ritorno sempre con grande tristezza. Ed è così bello, così bello, che quando poi dopo mi decido a premere il pulsante di quell’affare ultimamente particolarmente ributtante, mi cadono le braccia. E non solo.
Così oggi ho deciso di lanciare il ma chissenefrega day. Il concetto è piuttosto semplice e chiaro: dire chissenefrega ad un bel po’ di rompimenti più o meno classici, più o meno sopportabili, più o meno insopportabili. Io ho deciso di farlo con una lunga lista di chissenefrega, e ho intenzione di onorarla interamente, perché, in ossequio alla politica del non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te stesso, nonché a quella del: metti la mano nel mio piatto e vedrai come ti rincorro con il forcone, mi sono stancato di alcune cose e mi sento di aprire la finestra per buttare giù una volta per tutte. Vado con la mia lista:
1. Silvio Berlusconi viene chiamato papi da una tizia di nome Noemi, il cui viso angelicato e alquanto antipatico continua a comparire sulle copertine di tutti i giornali. Scusate, ma se già a me interessava ben poco del premier, mi spiegate perché oggi dovrebbe interessarmi questa triste e davvero umiliante soap opera che sta tenendo banco nel nostro paese? Un bel machissenefrega ci sta tutto!
2. Dopo 40 anni di carriera insieme ai Pooh, Stefano d’Orazio lascia il gruppo. Considerando il fatto che di loro non conosco nessuna canzone e che mi tocco ogni volta che li vedo in tv, visto che le ultime due volte sono scivolato con fragore a terra ogni volta che mi è capitato di incrociarli, vi pare che mi possa interessare che il mitico quartetto si sciolga? E va bene, si scioglie. Non so come, ma ho proprio la netta sensazione che, malgrado questo terribile colpo al cuore, io resisterò. Ma chissenefrega che Stefano d’Orazio se ne va?
3. Dopo 30 anni di proficua collaborazione con Mediaset, il contratto del decano della tv italiana, Mike Bongiorno, non è stato rinnovato. A questo grave atto che lede un uomo di più di ottant’anni, il quale si sente abbastanza forte da voler continuare a lavorare e soprattutto a guadagnare, si affianca un fatto ancor più grave e terribile. Silvio Berlusconi, l’imprenditore per il quale ha rinunciato al proprio percorso in Rai, al quale ha dato affetto e stima, impegno, dedizione, negli ultimi sei lustri, non lo ha nemmeno chiamato e da tempo non si fa più trovare al telefono. Posso urlare a squarciagola un bel: machissenefrega?
4. Quarto ma non ultimo, mi sento di dedicare questo spazio ad una persona senza la quale non sarei quello che sono oggi. E’ una persona che nel tempo ha accompagnato la mia infanzia, la mia adolescenza, quindi la mia età adulta, ed ancora oggi è presente, nel bene e nel male, lì, sempre più lì, indissolubilmente lì. Si tratta di Emilio Fede, senza il quale sarebbe impossibile anche solo immaginare di essere al mondo. Posso dedicargli il mio più sentito machissenefrega, dal momento che riesce a credere ad un mondo nuovo governato da una politica vecchia?
Sono graditi i vostri machissenefrega. Possibilmente, non nei miei riguardi.
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