Ecco qui come è finita, poi, con latino.
Io, bel bello, stavo a raccontarvi quello che mi trovavo sul punto di soffrire, nella speranza che saltassi il turno e qualcun altro facesse pertanto al mio posto. Inutile a dirsi: gli ultimissimi cinque minuti di lezione, a chi poteva toccare? A me, ovviamente!
Così, eccomo lì. Mi tocca leggere in metrica alcuni versi (troppi!) e, siccome siamo alla fine del brano, non sono i classici cinque versi toccati a tutti, ma diventano in un baleno 10. Sbaglio una volta solamente, per fortuna, e tutto fila liscio. Non solo: ce la faccio anche a schivare la figuraccia al momento della traduzione. Il che non è poco.
Ma ammetto che il docente mi aiuta, anche perché i miei versi sono quelli che lui aspettava con ansia: si tratta di una delle vexatae quaestiones della letteratura latina, ed ovviamente capita al sottoscritto spiegare perché "la luna accompagna con il suo silenzio il moto delle navi da guerra argive…" Io, taglio la testa al toro: "Perché era luna nuova, pertanto non poteva far sì che le navi venissero scoperte dalla spiaggia e dai nemici."
Pensavo di aver detto una sciocchezza. Lui, il prof, invece, annuisce: "E’ proprio così. Ma per gli umanisti, la soluzione era bel più articolata e complessa, e si basava sul fatto che ogni astro aveva una musicalità sua – Cicerone, Somnium Scipionis -, e quello della luna era simile a quello dell’ultima corda dell’arpa." Non chiedetemi di spiegare oltre, è già tanto che mi ricordo questo.
Mi basta sapere che mi è andata bene. Per fortuna!
Bene professore, sono contenta che se la sia cavata senza figuraccie…io l’ho pensata intensamente e le ho portato fortuna vede a cosa servono le alunne..;-)
By: criki on 07/03/2006
at 20:22
Non avevo alcun dubbio!
By: Erynwen on 07/03/2006
at 20:44
Io sì, e molti!
By: Fabioletterario on 07/03/2006
at 20:48