A scuola insegnamo che tutto ciò che riguarda l’istruzione è pensato per far crescere bene i nostri ragazzi, per farli sviluppare nelle loro funzionalità logiche e per garantire loro una formazione anche sotto il profilo affettivo. Poi, basta guardarsi intorno e ci si rende conto che gran parte di quanto diciamo ai nostri alunni è falso. Chi lo dice? Beh, sono le stesse strutture scolastiche, a gridarlo ai quattro venti.
Avete mai provato a far lezione con una finestra rotta? E con una che non si apre? Niente paura, c’è anche di peggio. Ci sono scuole in cui la pioggia cade dal soffitto all’interno dell’edificio scolastico, e bagni che si intasano, rubinetti che non funzionano, porte che non si chiudono, cattedre semisfasciate, muri crepati lì lì per cedere, piastrelle rotte e chi più ne ha più ne metta. Questa è una parte della realtà scolastica italiana, che ovviamente salta fuori solo quando succedono fatti gravi come nel caso di Rivoli, in provincia di Torino, dove il controsoffitto del liceo Darwin è crollato causando un morto e una ventina di feriti, di cui uno particolarmente grave. E mi spiace, ma davanti a questo fatto non c’è indignazione che tenga, né discorsi di attribuzione di responsabilità in grado di restituire ciò che è andato irrimediabilmente perso, e cioé la vita di un diciassettenne che a casa non tornerà mai più. A cosa servono, le parole, dopo, quando ormai chi se n’è andato perché voleva imparare non potrà più farlo?
La scuola in Italia non conta. Non conta nella didattica. Non conta nel rapporto con gli alunni, sempre più distaccati dalle istituzioni, verso cui non possono avere rispetto. Non conta nelle discipline di insegnamento, che ogni ministro si sente in dovere di tagliare o di ricucire a proprio piacimento. Non conta nella sicurezza, perché ultimamente a scuola succede di tutto, dagli spinelli fumati dagli insegnanti a quelli fumati dagli alunni, dai palpeggiamenti che non hanno alcuna spiegazione logica alle aggressioni contro i ragazzi diversamente abili, contro chi ha il colore della pelle più chiaro o più scuro, contro chi è colpevole di dissentire dalle azioni di massa. La scuola è un parcheggio, gli insegnanti stanno diventando i custodi ad ore e gli alunni le macchine posteggiate, ma nessuno dei due sa che ha il diritto di sentirsi tutelato e al sicuro, e che questo diritto si affievolisce ogni giorno che passa.
Raccontiamo ai nostri alunni che la Scuola è fatta su misura per loro, quando sappiamo bene che la scuola è fatta su misura delle istituzioni. E raccontiamo che a scuola non esistono pericoli se non quello di apprendere, quando in realtà il vero pericolo è costituito spesso dalle strutture fatiscenti e dalle negligenze che stanno alla base di un sistema formativo che fa acqua perché fondamentalmente non interessa proprio a nessuno. Raccontiamo ai genitori che nelle nostre mani gli alunni possono trovare la propria realizzazione, ma una volta che ce li hanno affidati non possiamo assicurare che al termine della lezione glieli restituiremo, perché un controsoffitto cede e crolla su chi è lì per apprendere. Come è successo nel caso di San Giuliano di Puglia, dove nel 2002 ben 26 bambini tra i 6 e i 10 anni morirono durante un terremoto. In quel caso non ci fu nessun colpevole, tanto per cambiare, se non il terremoto stesso, e poco importa se un’intera annata anagrafica è stata cancellata per sempre, perché ai genitori avevamo detto che nelle nostre mani gli alunni erano al sicuro.
Ho una rabbia dentro che se potesse uscire travolgerebbe tutto ciò che trova davanti. La scuola non è più un luogo sicuro. Qualcuno mi può spiegare perché?
Il governo italiano ha deciso da anni di investire il meno possibile nella scuola, sia nella ricerca che nelle strutture.
Tu parli giustamente di muri crepati, cattedre rotte, piastrelle spezzate. Io ti parlo anche di amianto nelle scuole che nessuno vuole bonificare perchè mancano i soldi. Uno vero schifo.
By: Laura on 24/11/2008
at 12:41
Sinceramene io non ho un perchè, ma son passati governi di tutti i colori e la scuola è stata sempre danneggiata da tutti in egual modo, ma se non si investe nella scuola che futuro ha un paese? Non so sinceramente che dire, mi vengono solo banalità.
By: duhangst on 24/11/2008
at 12:48
La scuola era il mio idolo, via via con il passasre del tempo, mentre ancora qualcuno legge in me un comportamento da insegnante “romantica”, nel senso risorgimentale del termine (lotto per me, per i miei colleghi, difendo gli alunni…), io mi sento sempre più disincantata e delusa, non solo dai muri e dalle porte, ma dagli stessi colleghi. Nessuno ci crede più come un tempo. Il marcio viene non solo dall’alto, dagli altri, ma è tra noi, Non vogliamo più crederci, non vogliamo più farci coinvolgere da ciò in cui avevamo creduto, dalle cose e adlle idee che abbiamo amato,travolti da ben più misere piccinerie.
La rabbia ed il dolore per quel che è successo sono innegabilmente presenti e ci accompagneranno per un belpo’ (prova a pensare a quei poveri genitori!…),anzi aumentano aumentano aimentano
By: rosasospirosa on 24/11/2008
at 13:05
Rotture fisiche che seguono quelle metaforiche…
By: marckuck on 24/11/2008
at 13:15
io penso che su alcune cose, youtube amplifica degli episodi “goliardici” che probabilmente ci sono sempre stati.
Su altre hai perfettamente ragione! Non è possibile trattare così le infrastrutture fisiche. non è possibile denigrare sistematicamente i lavori dei prof e umiliare gli studenti
By: salvogullotto on 24/11/2008
at 13:22
i tuoi studenti sono fortunati ad averti come prof.
purtroppo mi rendo conto che non solo la scuola sta cadendo a pezzi….
ps. ok scegli lo spettacolo e dimmi soprattutto in quale anno che con la coda che hai alle spalle, mi sa che faccio a tempo ad andare in pensione ;-P
By: Morgana on 24/11/2008
at 13:24
Per non parlare dell’umidità che imputridisce i muri e rende le ossa gelate.E gli intonaci che si staccano e se perdi di vista rischi di ritrovarti qualche bambino con pezzi di muro in mano.
La scuola è marcia.In ogni sua espressione ma continua a funzionare perché c’è la volontà da parte di tanti di farcela.Con fatica.E prima di parlare di fannulloni dovrebbero mettersi davanti allo specchio.
Buon lunedì
Mk
By: Monica on 24/11/2008
at 13:24
Solo una cosa è sicura negli ultimi anni: lo stipendio dei politici e lo spreco di denaro perpetrato da questi ultimi.
Noi poveri mortali siamo costretti a vedere e subire un malessere sociale che dall’alto non sanno, non vedono, non sentono.
Punto!!!
Perchè la rabbia, caro Fabio, è reciproca.
By: Mapina on 24/11/2008
at 13:24
Anche questo fa parte dello spreco evidentemente! Si risparmia, no?!
By: Ausilia on 24/11/2008
at 14:08
Come non essere d’accordo con te, caro Fabio?
Io ho studiato in un liceo che era un ex-convento nel centro della mia città. Non c’erano uscite di sicurezza, i gradini degli ampi scaloni erano tutti sbrecciati ed è stato messo un tappeto anti scivolo al centro, solo quando è caduto il preside! Ogni tanto si staccavano pezzi di intonaco e le classi venivano dichirate inagibili per mesi, perché per i lavori bisognava interpellare la Soprintendenza. Senza parlare delle finestre che si rompevano e di mille altri problemi.
Ricordo che allora (mica cent’anni fa eh?), non pensavo che fosse grave, mi parevano più importanti altre priorità, ma ora che ci ripenso scuoto la testa e rifletto sullo sfacelo nel quale ho studiato e mi sono diplomata…per non parlare poi dell’università!
Un grande abbraccio 😉
By: caterinapin on 24/11/2008
at 14:54
Parole… parole… zuffe da stadio per politici corrotti o semplicemente indifferenti. E i deboli? In mezzo, a sperare di cavarsela.
Vito non può più sperare. Spero almeno che il suo compagno, che rischia la paralisi, possa tornare sano e felice com’era prima del crollo.
Che Dio ci assista tutti.
By: Erica Lee on 24/11/2008
at 15:37
Questo paese cade a pezzi ormai da un po’ di tempo
By: lealidellafarfalla on 24/11/2008
at 16:38
sono finita tre volte nello spam, ce la fai a ripescarmi?
By: pensierini on 24/11/2008
at 17:25
La rabbia tua è ed è stata mia, ma nessuno ascolta perchè i suoi figli li manda all’estero a studiare, e, comunque, non credo che abbia il cervello per pensare. Il problema è sempre il solito, le competenze. Il terreno è del comune, l’edificio e gli arredi della provincia, il “governo” della scuola. Mettere le tre funzioni in comunicazione e praticamente impossibile. La scuola è un microcosmo dello stato. Inefficienza e burocrazia. Ciao, Anna
By: AnnaSerenity on 24/11/2008
at 17:59
La risposta è semplice e vedo che alcuni l’hanno a loro modo già data. Bon c’è interesse a salvare la scuola pubblica e si vuole solo avere quella privata di “regime”.
PS: Mi è stato riferito da persona degna di nota che se in una scuola ci sono mura crepate o altro, presidi e credo anche docenti sono tenuti a denunciare il tutto o meglio a farlo presente a chi di dovere pena la corresponsabilità in caso di incidenti del genere. E’ esatto? In caso affermativo trovo questo poco logico. In primis certi problemi possono non essere visibili cmq ad occhio nudo e poi diventa fondamentale documentare di averlo fatto presente per manlevarsi giustamente da responsabilità non proprie.
By: Daniele Verzetti, Rockpoeta on 24/11/2008
at 18:18
Pensare che poteva essere una strage di dimensioni maggiori fa rabbrividire…..una vergogna!!!
By: nadiaflavio on 24/11/2008
at 18:26
Purtroppo la scuola italiana cade a pezzi e non lo dico metaforicamente.
Un saluto Fabio e buona serata.
By: Gabry on 24/11/2008
at 19:37
quanta amarezza…
By: leucosia on 24/11/2008
at 19:39
Fabio, io ero convintissima che il livello di istruzione in Italia fosse di gran lunga superiore a quello americano. Ma il quadro che dipingi in questo post e’ tristissimo. Pensavo che fosse un problema limitato all’America, dove episodi come quello di Columbine spaventano tutti i genitori di qua dell’Atlantico. Devo dirti che negli ultimi anni soprattutto, la preoccupazione piu’ grossa mia e di mio marito non e’ che i nostri figli “receive an education”, ricevano un’istruzione , ma che siano “safe”, siano sani e salvi alla fine della giornata.
La scuola, l’educazione e’ la base su cui si regge ogni paese, se un insegnante non ha la possibilita’ di insegnare in scuole decenti, sicure, con accesso a libri/computer (per non parlare di lavagne e gessetti, che spesso mancavano anche nel mio vecchio liceo…), la tragedia che ne segue supera i confini del ministero dell’istruzione, diventa un problema nazionale….
Il tuo post mi lascia tanto amaro in bocca, perche’ ora neanche per la scuola posso vantarmi di essere italiana… mi rimane solo l’arte?
By: Moky on 24/11/2008
at 20:43
Si cerca di tagliare… ma non tagliamo le vite dei nostri figli.
By: Marco on 24/11/2008
at 21:09
ho una pena dentro per quella madre che chiede perchè un figlio debba morire a scuola
e una rabbia per quel cretino che dice che è stata una fatalità (lo stesso che fa cucù……e che da dell’abbronzato a Obama……)
che schifo di paese è questo?
che vergogna
la vita è un tranello si
si fa beffa di noi nei modi più strani
scusa lo sfogo
un mandi
By: strega athena on 24/11/2008
at 21:53
quanta tristezza, quanto dolore, quante atrocita’ e sepre per la negligenza e l’irresponsabilita’ i qualcuno
Buon inizio settimana
By: Lupo161 on 24/11/2008
at 22:55
perche’ la scuola non PRODUCE.
nella societa’ dei denari, la scuola vale zero.
By: valeriascrive on 25/11/2008
at 09:29
Ciao, ci si… rilegge! Spero tu abbia qualche minuto per passare da me… ho un premio che ti aspetta
By: Odette on 25/11/2008
at 12:57
la scuola, e pensaer che io, alcuni giorni, vorrei tornarci.
By: (Lady).Chobin on 25/11/2008
at 13:39
Sarebbe civile chiedere un minuto di silenzio nelle scuole mentre oggi si svolge il funerale di quel povero studente, che studente, giovane,figlio, uomo non è e non sarà mai più…
By: rosasospirosa on 26/11/2008
at 10:10
Il mondo non è più un luogo sicuro…ammesso che lo sia mai stato, ma quello che indigna di più è la mancanza di responsabilità da parte di tutti
occupati solo a proteggere i propri meschini interessi .:-))
By: specchio on 26/11/2008
at 12:35
Non è una novità che gli edifici scolastici non siano il massimo dello splendore, del fulgore e della resistenza, e non è che quando noi eravamo alunni era meglio. E non era meglio neanche quando ad essere alunni erano i nostri nonni. E’ giusto? No, nient’affatto, ma mi stupisce che ogni tanto in Italia è come se cadessero i veli e la gente si rendesse conto dell’ovvio. Mi irrita anche il giornalismo becero che, cavalcando l’onda delle emozioni, diffonde allarmismo non sempre giustificato, ma questo è un discorso più ampio, e i palazzi che crollano ne sono solo l’ultima manifestazione (ci sono stati i cani assassini, gli incidenti del sabato sera, e tanti altri).
Comunque sia un ragazzo e morto, e non doveva morire. Con ogni probabilità si cercherà un capro espiatorio ma la verità, secondo me è che mai come in questo caso, la colpa è di tutti: scuola, comune, regione, stato, preside, insegnati, studenti e genitori. La colpa, per me, non è solo delle cariche istituzionali, che evidentemente hanno mancato al loro dovere, ma anche del singolo studente che abbia mai vandalizzato la scuola e che abbia reso, negli anni, normale uno scenario scolastico degradato. La colpa è anche di chi non ha insegnato che la scuola, anche nella sua struttura fisica, è più sacra di casa propria. Che cosa c’entra tutto questo con un edificio che crolla? Be’ c’entra perchè se siamo abituati a prendere a calci le porte, a scrivere sui muri e a trattare il cortile come un’immondezzaio, poi non possiamo stupirci che gli infissi si stacchino e che le sedie siano rotte. E così non ci stupiamo neanche se c’è una crepa nel muro. Ci sembra normale che i lampadari ballino. Solo che non è normale, ma nel degrado generale, chi volete che se ne accorga?
Sono molto arrabbiata, il fatto che quel povero ragazzo sia morto così è shoccante. Verrebbe da dire che non ha senso, ma purtroppo, nel mondo degradato in cui viviamo, un senso ce l’ha… 😦
By: Lieve on 26/11/2008
at 14:41
Wow.. è riuscito a trasferire tutto il suo blog qui.. con tanto di commenti!! Bello qui comunque..
Ora è pronto per la sua “new life”.
P.s Non ho risposto al messaggino perchè ero senza scheda, al più presto vedrò di chiamarla però.
Baci baci
By: Cherry on 18/12/2008
at 17:53