Tutti noi, nel bene o nel male, abbiamo avuto un modello di riferimento. Papà, mamma, zio, nonno, nonna, cognato e quant’altri, gente che ci ha indicato la via in modo più o meno coscienzioso, volente o nolente, intenzionalmente o no. Il modello di riferimento è una guida, quella che, anche limitandosi ad esistere, ti porta a vedere il mondo in un modo che ti è consono e che ti piace, addosso.
Tutti, credo, lo abbiamo e lo abbiamo avuto: basta guardarsi dentro serenamente, e un’influenza, un suggerimento, un’esistenza pura e cruda, prenderanno forma, qualificandosi come i papà e le mamme delle persone che noi siamo oggi, anche nostro malgrado.
Io credo di aver avuto due grossissimi modello di riferimento. La prima, ovviamente, è mia madre. Lei che nel bene e nel male c’è sempre stata, mi ha sempre dato fiducia, mi ha permesso di fare quello che volevo a patto che lo facessi bene e coscienziosamente. Il secondo modello, mia nonna, sua madre, che per il fatto stesso che potevo vederla solo un paio di volte l’anno è cresciuta nel tempo, è sostanzialmene lievitata, come il pane, tanto da diventare poco a poco quasi una figura mitologica, tuttora resistente, anche se sono trascorsi ben 15 anni dalla sua dipartita.
Donne. Donne come modello. Donne come mio modello personale. Donne della mia famiglia, io che però sono maschio, e che continuo a vedere nelle donne dei modelli. E come faccio a dire che loro non sono state e non sono tuttora i miei modelli? Mia madre ha lasciato famiglia, amici, conoscenze, lavoro, tutto, per spostarsi al Nord e sposare mio padre. Era una donna innamorata, che ha compiuto una scelta enorme in un periodo (gli anni Settanta) in cui ogni scelta doveva essere ben ponderata. Mia madre è stata sempre presente, e quando non poteva essere presente ero io a chiamarla accanto a me, anche solo per un debito di riconoscenza che non è semplice da spiegare né da colmare.
E mia nonna non è stata da meno. Perseverante, insistente, silenziosa, tenace, brontolona, intelligente, perspicace, pratica: una donna d’acciaio in una vita di ferro, che non le ha risparmiato proprio niente. Vedova con nove figli a carico, l’ultimo dei quali non ha mai conosciuto suo padre, ha lottato per decenni con pugno di ferro, lei che un soffio di vento l’avrebbe portata via senza il benché minimo sforzo.
A scuola, oggi, i miei alunni parlavano dei loro modelli di riferimento. Hanno appena 11 anni, posso dunque ragionevolmente dire che tra loro e me c’è solo una generazione di differenza, ma nonostante io mi senta vicinissimo a loro, al tempo stesso ne prendo le distanze in modo assoluto. Il perché eccolo qui: hanno modelli di riferimento per la maggior parte assurdi, o per meglio dire bizzarri: i ragazzi di Amici (della De Filippi) sono loro modelli di riferimento; e quando va male invece i modelli di riferimento sono i ragazzi di High Music School. Ringrazio il cielo che ormai le veline non siano più tanto considerate, perché appena quattro anni fa, in un’altra scuola, fu proprio quella la risposta che mi diedero: “Io vorrei essere come una velina.” Quando mi dicono questo, mi cadono le braccia, e ciò senza fare il solito facile qualunquismo, senza dire: “Ah, i ragazzi di oggi…!” Ma mi domando: è giusto che loro guardino a quei modelli? Non so, non credo: sono modelli di cartapesta, non certo modelli solidi e concreti come quelli ai quali io ho sempre fatto riferimento, e di sicuro posso affermare di non essere stato uno stinco di santo né un ragazzo modello. Anche io le ho combinate, e anche io ho fatto pazzie per inseguire Madonna, come ben sapete. Ma lungi da me il considerarla un modello: per me è stata sempre una cantante, un’artista, e niente di più.
I miei modelli sono forse meno patinati di quelli delle nuove leve. Io ne sono cosciente, e forse anche per questo li reputo più solidi. Ma se nessuno interverrà a rilanciare modelli di riferimento altrettnto solidi nelle nuove leve, non dovremo più stupirci del perché vi sia in giro questa mancanza di valori ormai dilagante, del perché i ragazzi ci sfuggano di mano lentamente, sempre più. Mi chiedo inevitabilmente quali siano i modelli di riferimento di chi mi circonda: forse i blogger e quanti leggono sanno dare una risposta, per lo meno per quanto li riguardi…
Cosa sia un modello credo lo si capisca veramente crescendo.
Le giovani generazioni che spesso hanno genitori latitanti e impegnati a litigare, divorziare e tradire, si guardano attorno e prendono spunto dalla Tv sitter.
Mi chiedo se non è strano che le tendenze nei tweenies e teenagers siano dettate dalla Tv commerciale mentre il servizio pubblico latita (eccetto per la melevisione). o no?
Ciao,
Manu
By: emanuela on 16/11/2007
at 15:46
Anche per me mia madre è stata ed è un ottimo modello di riferimento di cui ho imparato a capire i lati positivi e a perdonare quelli negativi. Però a undici anni credo sia normale avere riferimenti più effimeri (io volevo essere l’Uomo da Sei Milioni di Dollari), basta che si cresca e si distingua i modelli veri da quelli pur affascinanti della fantasia!
A proposito, io adoro Madonna e finché sarà sulla breccia, sarà come un pezzo di giovinezza che non tramonta!
Saluti Dick!
By: DickColus on 16/11/2007
at 15:47
eh, va bene pigra, ma t’ho lasciato un commento ponderato!!!
per il post..vedremo cosa possiamo fare..ci sto lavorando..;)
ps. [ti commento appena ho un attimo di testa..]
By: chota on 16/11/2007
at 15:54
vero io ho preso molto da mio nonno materno,grande roccia di ex marinaio austro-ungarico / ero affascinato dai suoi modi e sono cresciuto imitandolo – era un anarchico,avinazzato,anticonformista fino all’ultimo respiro esalato – mi manchi Friedrich / – dawoR***
By: dawoR*** on 16/11/2007
at 15:57
Anche io “voto” per la mamma…ma non solo per lei…mio padre e il compagno di mia madre (si sono conosciuti che io non avevo ancora 4 anni…) sono stati e continuano ad essere dei modelli. Mi rendo conto che dei lati del mio carattere e del mio modo di vedere la vita derivano direttamente da loro…Ma ha ragione DickColus…a 11 anni non te ne rendi conto (vabbè…io volevo diventare come Carla Fracci…no comment…)…ma è anche vero che io non venivo “abbandonata” ore ed ore davanti alla TV…non mi era proprio permesso guardarla al di fuori di 1 ora dopo cena e in loro presenza!!!
By: Flab (lei...) on 16/11/2007
at 15:58
… è una domanda difficile a cui rispondere… da bambino i miei modelli erano i grandi condottieri di cui leggevo nei libri, avrei voluto essere uno di loro…
By: Andrea on 16/11/2007
at 16:03
io volevo delle modelle da seguire, solo per un collaudo, avevo appena acquistato un impermeabile da indossare nudo, per questo lo presi foderato di pile. volevo un’esperienza elettrizzante, ma era sera e non passava nessuno allora sono andato in pellegrinaggio sul monte Velina. Inutile. Rimasi senza modelle di riferimento e mi persi per strada.
By: imprecario on 16/11/2007
at 16:07
naaaaaaaaa, non me pronuncio, m’è bastato l’altro mio post. M’hanno già fatto nera abbastanza. I ragazzi di cui parli, sono figli di questo tempo. Punto.
Passa un buon w.e. Sior Maestro e se vuoi un pò di focherello e due caldarroste fammi un fischio 😀
R.
By: lalimaelaraspa on 16/11/2007
at 16:11
Non parlarmi di high school musical…non si fa vita in casa…si ascolta solo quello…ma in fondo anche noi avevamo i nostri miti no? Ai miei tempi c’era grease…
By: francescaxxxx on 16/11/2007
at 16:18
Ecco un altro post a me caro: modelli di riferimento! Quando mi sono sposata e ho avuto i miei due adorati cuccioli, mi sono accorta per la prima volta quanto assogmiglio a mia madre e mio padre! Quante cose di loro che pensavo di non poter accettare da ragazzina, ora sono parte del mio carattere e dei miei pensieri! Educo i miei bambini cercando di crescerli come hanno fatto loro con me, inconsciamente. La nostra fortuna è che siamo cresciuti mentre c’era ancora una società pulita e senza interferenze. Ora la tv la fa da padrona su tutto, pure sul nostro modo di essere e pensare, perchè tende a “manipolarci”. Sto cercando di crescere i miei bambini lontani da quel mondo. Faccio vedere loro solo i cartoni che “seleziono” io, e infatti, il maschietto, non conosce nessun Pokemon, Digimon o Dragon ball se non per sentiti nominare dai suoi cugini o amichetti. Ma quello, certo, non posso evitarlo. Mi rendo conto che a volte, rispetto agli altri, può sembrare diverso, più maturo e serio ma dato che è anche bravo e non violento (come invece ho appurato che siano altri amichetti fan di Goku o chennesòio) non m’importa se appare “fuori da quel mondo”. I suoi modelli di riferimento dobbiamo essere io e suo padre e in questo non transigo! Spero di riuscirci anche quando sarà più grande, ma sono sicura che se dai delle buone basi… non potrà riuscirmi difficile.
Ciao!
By: Mapy on 16/11/2007
at 16:22
Non saprei dirti quali sono stati i miei modelli, se li ho avuti non ne avevo coscenza, di sicuro posso dirti però che non ho mai voluto diventare una velina. Il chè, in questi tempi sciagurati, è già qualcosa o_0
By: Lieve on 16/11/2007
at 16:25
@francescaxxxx: GREASEEEEE!!!! che belllooooo!!!!!!! Ogni tanto me lo guardo! E John Travolta poi….mmmmmmmmmmmmm!!!!
😉
By: Mapy on 16/11/2007
at 16:33
Ma fabio, sono contenta che sei venuto su sereno e tranquillo, e non mi azzardo a fa pissicoanalisi selvaggia su di te. Ma dalle parti della psicologia dell’adolescenza, anche nel reparto dove ora faccio tirocinio, è un fatto assodato, che gli adolescenti, cioè i regazzini dai 10 ai venticinque ormai, hanno bisogno di modelli di rifermento condivisi con i pari, e che rappresentano delle prove generali transitorie ma necessarie, anche per staccarsi dalle mamme e i babbi, anche per vedere delle parti di se che non si conoscono. L’intelligenza è qualcosa che riguarda solo una parte della nostra vita, ma ci sono tante cose che sono altrettanto importanti. dai loro fiducia, a molti passerà, ad altri no – io non credo che il mondo vada peggio – va di volta in volta con forme diverse.
By: zauberei on 16/11/2007
at 16:50
Sono arrivata qui per caso, leggendo un tuo commento sul blog di Dona.
Mi soffermo a leggere e trovo un post veramente interessante.
Per me questo è un argomento un po’ particolare.
Sono cresciuta in una famiglia con genitori un po’ troppo “assenti” per motivi differenti. Mio padre per motivi di lavoro, mia madre per problemi di salute.
Sono cresciuta con una colf che dormiva in casa con noi, che mi svegliava la mattina e mi metteva a letto la sera. Che mi raccontava delle favole inventate da lei mentre cucinava. Ed io restavo incantata a guardarla e ad ascoltarla.
I miei modelli di riferimento li ho cercati nei libri che leggevo e leggo avidamente.
Vado a dare un’occhiata al resto del tuo blog.
A presto
Melania
By: Melania on 16/11/2007
at 16:51
poi leggo, ora non ho tempo… devo correre dietro al cigno e farlo al forno!!!
ih ih ih… nooooooooooooooooooo scherzo!!!
super sorriso, un bacione e buon fine settimana!
Annalisa
By: annalisa on 16/11/2007
at 16:58
Modello di riferimento, oggi: Ragazzo palestrato con mini cooper S, sguardo rapace, magari rasato a zero con orecchino ad anella… 🙂
A parte l’orecchino, ho descritto un mio amico. Ma la mini cooper S l’ha avuta solo per un mese. Comprata e venduta al volo perché… consumava troppo!!! 😀
By: gloutchov on 16/11/2007
at 17:00
IN OGNI
vera DONNA,c’è qualcosa che resterà sempre e,inconsciamente o no,sarà modello al quale fare riferimento,(inconsciamente o no) per cose importanti da fare e,alle quali guardare.Pur essendo diversi e consapevoli di questa diversità si saprà attingere a quella fonte di autentica forza,energia,dono.E al di là che,il modello resti dentro a un retaggio di tradizione o di ruolo,lei,DONNA,riuscirà sempre a trasmettere qualcosa; gemma,frutto,radice o anche solo albero da ombra sotto cui riposare quando si è stanchi,o quando il sole acceca! Bravo Fabiè! Bianca 2007 (Fulvia)
By: FULVIA on 16/11/2007
at 17:15
per carita’, modello di riferimento amici della de filippi! se mio figlio un giorno mi dicesse cazzate simili mi sentirei sconfitta come mamma…troppo tempo davanti alla tv e al pc stanno i ragazzi. E’ vero che mio figlio ha solo 17 mesi, ma non lo metto mai davanti alla tv, o si limita ad usare vari oggetti della casa o scende in negozio e anziche’ aggiustare gli scaffali li mette sotto sopra
By: giovanna on 16/11/2007
at 17:35
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei!, raccontava un vecchio adagio.
Non so cosa c’entra: mah!
In un primo tempo – infanzia – ebbi come modello certi libri di storia, personaggi famosi, condottieri; poi mio padre, che mi insegnò a vivere e a discernire -; adesso è Uno di cui cerco seguire consigli e precetti per prepararmi alla vecchiaia prossima futura.
Felicità
Rino, pian pianino
By: Rino on 16/11/2007
at 17:41
Spesso si hanno modelli inconsapevoli, che nascono dai modelli insoddisfatti di genitori che proiettano le proprie frustrazioni sui figli.
Non ho modelli, ma cerco di prendere spunto da ciò che ammiro negli altri per farlo mio.
Spero che un giorno i miei figli possano dire di me qualcosa tipo quello che scrivi di tua madre.
E niente veline, niente calciatori please.
By: studium on 16/11/2007
at 17:58
Premesso che a 11 anni anche capire chi sia un vero modello di riferimento e’ difficile, va pero’ detto che e’ l’assenza dei genitori che crea queste brillanti risposte. I figli hanno bisogno del tempo con mamma e papa’, e deve essere tempo passato bene insieme, e non davanti alla tv. Sono d’accordissimo con Giovanna, su quello. E si puo’ anche far buon uso del tempo davanti alla tv (che tanto inevitabilmente capita di finirci davanti alla tv) insegnando ai figli cio’ che e’ buono e cio’ che non lo e’, insegnando loro ad avere uno spirito critico e non a bersi tutto quello che vien loro propinato. I miei figli sono molto meno esposti alla tv di quanto non lo fossi io, ma quello che mi ricordo io e’ che i miei genitori parlavano con me delle cose che succedevano nel mondo o dei film che guardavamo. Cerco di fare la stessa cosa coi miei bambini, insegnare loro a discernere e offrire modelli di riferimento diverso; e se certi modelli devono proprio venire dal mondo della fantasia, che siano almeno derivati dalla lettura di buoni libri non dalla pop-culture.
Ma, “la domanda sorge spontanea”: e se tu facessi fare lo stesso compito ai genitori di questi bambini, secondo te che modelli di riferimento ti citerebbero? Io qualche idea ce l’avrei, ma mi fa paura anche pensarci..
By: navide on 16/11/2007
at 18:57
Pienamente d’accordo con zaub, non demonizziamo i giovani: senza interessi, senza valori ecc. Si è sempre usato fare dei confronti, meglio prima, meglio dopo. E semplicemente diverso, tutto diverso, ne meglio, ne peggio. La frase che non sopporto: “eh, ai tempi miei!”.
By: camelia on 16/11/2007
at 19:04
beh… chi è il mio modello di riferimento? un uomo che nella vita ha fatto quello che ha voluto, che si è saputo divertire ma che ha lavorato e ha messo su famiglia. magari lo ha fatto ballando come uno di high scool music ecc. magari lo ha fatto sudando come un animale nelle fabbriche… da bambino volevo essere come i supereroi dei cartoni animati. si cresce e si cambia. chissà che a 90 anni non vorremmo essere come brad pitt pieni di soldi e donne…
By: uillino on 16/11/2007
at 19:30
Fabius,
in riferimento al tuo commento a “casa mia”, o tu hai la coda di paglia o pensi di essere al centro dell’universo (o almeno del mio)..
🙂 ?
By: navide on 16/11/2007
at 20:02
Anche io ocme Giovanna ho tenuto lontana mia figlia dalla tv fino a 3 anni e dai 3 ai 7 anni solo un programma al giorno poteva scegliere ( in genere la melevisione) ..
Ma poi crescono….parlano con le amiche e i compagni di scuola.
Alla materna già conosceva tutti i personaggi di quei cartoni giapponesi che in casa non le fera permesso guardare.
E mi rendo conto che i riferimenti del gruppo sono importanti, per sbagliati o troppo poco intelligenti che siano, e che non si può farla crescere in modo che si senta diversa perchè per i bambini sentirsi diversi ( quando anche per noi diversità significa essere migliori della massa) non è una cosa per nulla bella perchè vengono presi in giro o peggio esclusi.
Meglio forse guardare la tv insieme e spiegare, spiegare sempre, che i reality sono falsi, che quando dicono che qualcuno vince migliia di euro probabilemtne il gioco è pilotato, e che non tutto quello che si vede in Tv è da prendere in considerazione come esempio…ma sempre senza imporre i nostri modelli di vita e di giudizio che loro, grazie al cielo, ne hanno altri che come dice ZAUB servono anche per distaccarsi da mamma e papà.
Comjnque da adolescente il mio modello era RENATO ZERO e ancora adesso lo seguo con passione.
By: francescaxxxx on 16/11/2007
at 20:42
Sono d’accordo col comento di emanuela: ci si accorge del modello che ci ha ispirati e magari ci continua ad ispirare quando si cresce. Anche questi ragazzini che dicono di ispirarsi ai personaggi della TV, in realtá si comportano in quasi tutto come le persone che li circondano e da loro prendono spunto per la vita reale, vorrebbero essere come le veline o i ragazzi di “amici” nelle loro fantasie, ma sono quello che mangiano per dirla all’ammerigana.
By: mani on 16/11/2007
at 20:58
per me, il mio modello sei tu; cavolo, ogni volta che scrivi un post c’hai un sacco di commenti?!?!? :o)
By: unodicinque on 16/11/2007
at 21:43
domani , a mente lucida, rispondo più seriamente. Ora ho altre cose per la testa….
By: unodicinque on 16/11/2007
at 21:44
Quando ero piccola sicuramente mia madre. Poi no. Non ho più avuto modelli di riferimento, purtroppo.
Lo sapevo, Fabiolino, che eri mammone… ahahahah!
By: Odalisca Sicula on 16/11/2007
at 22:26
Io ho visto molta televisione, da piccolo (o almeno io direi molta). Ho anche sempre avuto la mia famiglia vicina e tante figure cui fare riferimento. Se ripenso agli anni passati, rivedo molte persone a cui sento di aver “rubato” qualcosa per essere come sono e tante da cui ho cercato di non “rubare” nulla per evitare di essere come loro. Alcuni non sono persone reali, ma eroi letterari (mi viene in mente Athos dei tre moschettieri, per dirne uno) o anche televisivi. In un certo senso penso che l’imprinting vero lo dia la famiglia, poi i modelli te li scegli (inconsapevolmente, magari) sulla stessa lunghezza d’onda.
By: Verrocchio on 17/11/2007
at 00:51
Avevo forse 10 anni, tema in classe: a chi vorresti assomigliare? Chi a zorro, chi a cassius clay, chi a riva o rivera, a gismondi, a tarzan. C’era un ragazzetto occhialuto che durante le passeggiate rimaneva sempre indietro a contemplare la ntura. Quel ragazzetto scrisse: vorrei assomigliare a mio zio. Il ragazzetto ero io. Mio zio era un omaccione grande e buono, forte come un toro che mi faceva vedere come si curava un orto, che mi ha insegnato a sciare e che mi faceva portare a spasso il cane che io gli avevo regalato quando suo figlio, mio cugino, morì in motorino. Per quel tema furono chiamati i miei genitori, e ci furono molte lacrime di emozione. Il tema rimase appeso nell’androne della scuola per una settimana. Mio zio era il mio idolo.
By: Duccio on 17/11/2007
at 01:25
Commento 2: la sociologia e la psicologia ci insegnano che il modo in cui agiamo, prendiamo le nostre scelte e consideriamo noi stessi è forgiato dalle aspettative dei gruppi a cui apparteniamo. Chi siamo, il nostro se, non è un attributo che abbiamo alla nascita, ma è acquisito nel tempo attraverso l’interazione con gli altri. Questo si allaccia anche al tuo post precedente, quello sul destino. Destino e modelli di riferimento potrebbero essere le due facce della stessa medaglia. Noi siamo in funzione delle interazioni con gli altri. Il destino è ciò che forma il nostro essere.
By: Duccio on 17/11/2007
at 01:36
Modelli di riferimento? Me stessa! Sui genitori non ho potuto contare granchè. Mi sono sempre arrangiata da sola ( a volte è stata durissima).
By: loto on 17/11/2007
at 09:31
super mamma e super papà…
con due genitori come i miei altri modelli non servivano… ma fatico a tenere il loro passo…
By: pepe on 17/11/2007
at 15:06
Nella mia vita non esiste un unico modello di riferimento. certo, i miei genitori lo sono per tanti aspetti: per la loro determinazione, per il loro spirito di sacrificio e per tutti i valori che mi hanno trasmesso. Ma in realtà ogni persona che incontro, dalla quale riesco a far trasparire il Buono, è per me una sorta di modello da cui apprendere il meglio per poter plasmare poi la ME che sono.
Un abbraccio
By: Gocciadime on 17/11/2007
at 18:01
Una cosa decisi molto presto: che non volevo essere come mia madre. Così prendevo spunto da chiunque. Se mi piaceva una signora sull’autobus per il modo di vestirsi o di muoversi o altro, quello era il mio modello. non mi ricordo chi presi come modello ma erano sicuramente persone orientate alla correttezza e alla positività. Invece poi, crescendo, ho riconosciuto che mia madre mi aveva trasmesso, al di la delle apparenze, un sacco di cose buone: tipo il rispetto per chiunque, per qualunque cosa, la sincerità. anche se lei lo era un po’ troppo. Ho cercato di tenere il buono e di scartare le esagerazioni.
P.S. oggi trovo in giro post meravigiosi, anche il tuo è molto bello.
By: silvia on 17/11/2007
at 19:04
non vorrei che però tu vedessi in queste donne un modello per una tua probabile donna.. In fondo dalle tue parole mi sembra di carpire più che altro quanto siano state necessarie per la tua crescita.. Non riesco a sentire che è come loro che vorresti essere…
By: karla01 on 17/11/2007
at 19:30
Sin da piccola avevo molta considerazione dello stile di vita di mio padre , ammiravo i saldi principi morali e religiosi di mia nonna materna, invidiavo l’arte della perfetta massaia della mia nonna paterna (autentica calabrese di paesino d.o.c) infine mi stupivo di quanta pazienza abbia mia madre.. Tutt’ora quest’ultima mi stupisce e ambisco ad avere la sua calma.
By: Nuvola on 18/11/2007
at 03:27
Splendide le tue parole nei confronti delle TUE donne!!! Anch’io ho avuto come punti di riferimento donne anche se devo ammettere che da parte di mio padre ho imparato l’onestà e la responsabilità nel lavoro (poi non hai idea di quello che seppellirei o urlerei al vento per il passato che ho avuto…!!!). In ogni caso chiedi a ragazzi di 11anni quali siano i loro modelli: bè se consideri la giovinezza e l’adolescenza che incombe, è naturale che ti rispondano così. Forse è una risposta che si matura con il tempo. (sarà che avendo una figlia adolescente ..sai i genitori fungono esclusivamente da taxisti o bancomat!!! 🙂 per scrivere sul blog. non sempre riesco a scrivere: e qui entra in gioco il tempo a disposizione e il collegamento del cervello!!! 🙂 Buona domenicaaaaaaaaaaaaa
By: libera on 18/11/2007
at 12:36
I miei modelli sono ancora qui che mi aiutano, anche se alcuni sono spariti o morti o hanno cambiato ruolo nella mia esistenza.
Senza di loro, non saprei proprio come sarei cresciuta.
Il mio bibliotecario, che mi ha insegnato a leggere, ad ascoltare e mi ha incoraggiato a scrivere.
Diego Cugia – lo scrittore – che mi ha permesso di staccarmi dalla consuetudine, dalle masse.
E poi i miei genitori adottivi, che mi hanno fatto dimenticare le brutture dei miei genitori veri.
Questi sono veri modelli.
Il voler diventare una velina e andare nuda in mezzo a un branco di maschi vestiti, mi sembra solo uno svilirsi.
By: alicesu on 18/11/2007
at 15:56
Un caro amico è stato il mio riferimento.
E poi un cantante che mi ha accompagnata per circa 20 anni…
Se sono come sono è anche per merito loro.
Ciao Fabio
By: Lorella Tapparella on 18/11/2007
at 18:39
I miei modelli: la mia nonna trasgressiva, la mia maestra e il mio professore di italiano, i cantautori come Vecchioni, Guccini e De Andrè.
Condivido: i ragazzi di oggi non hanno dei modelli positivi però sono sicura che anche per loro, specialmente per i tuoi che sono piccoli, c’è qualcuno in famiglia che ha lasciato il segno e che si ritroveranno a seguire quando saranno grandi, forse senza nemmeno rendersene conto.
Ciao,
By: Artemisia on 18/11/2007
at 21:18
I miei modelli di sempre sono i miei genitori e i miei nonni.
Da piccola mi piaceva vedere i cugini Duke salire nel generale Lee dai finestrini, ma finiva li’. Insomma se mi fossi messa a fare lo stesso, mia madre due belle mazzate me le avrebbe date. Oggi mi pare che un sacco di volte la realta’ diventi finzione e viceversa, per cui andare a corteggiare il bello di turno dalla De Filippi e’ obiettivo perseguibile, quasi da farne una professione. Che lavoro fai? Sono una corteggiatrice. Ah pero’.
Pur tuttavia non voglio nemmeno dire che “noi eravamo meglio” perche’ non sarebbe nemmeno vero, insomma questi bimbi sono il frutto di qualcuno, no? Ci sono tanti ragazzini intelligenti, io direi di puntare su quelli, gli altri li mandiamo dalla De Filippi, a scelta Uomini e Donne o C’e’ Posta per Te.
By: valeriascrive on 19/11/2007
at 02:49
dici che è grave se ti dico che non ho nessun modello di riferimento?
By: chota on 19/11/2007
at 13:34
Sono molto importanti per crescere con fondamenta solide.
Marco
By: heavenonearth.ilcannocchiale.it on 19/11/2007
at 13:57
non ho potuto trovare i miei modelli nei genitori …madre non certo forte di carattere che è spesso scivolata giù e risaliva…a volte mi trovavo io a sorreggerla…padre assente e “miope”. Forse un po’ lo è stato lui ma mi ha deluso molto. Ciò nonostante non sono finita col trovare il mio modello di riferimento in cantanti, personaggi tv etc. Troppe volte non riesco a comprendere come possano “esser venuti su così” le nuove generazioni. E’ solo l’assenza dei genitori o l’assenza di una società che comunque crei modelli veri e positivi?
By: giugiu on 19/11/2007
at 15:43
Il ritratto che viene fuori dal tuo post di tua madre e di tua nonna è quello di due grandissime donne di bella tempra, a quanto leggo, ma merito anche dei valori che una volta venivano trasmessi con una educazione molto più attenta di quella che molti genitori oggi danno ai propri figli. Sono preoccupanti le dichiarazioni dei tuoi alunni che oltretutto denotano anche una poca concretezza che non so se sia giustificabile con l’età ma che ad ogni modo dovrebbe essere tenuta sotto controllo dai rispettivi genitori. E pensare che i miei erano stupefatti dal mio eccesso di concretezza, che già alla scuola elementare dichiaravo che mi sarei iscritta al liceo scientifico, che mi sarei diplomata con il massimo dei voti e poi sarei diventata ingegnere.
Questo senza ispirarmi ad altro modello che a quelle che ritenevo le mie propensioni e interessi e al modello generale offertomi dai miei genitori di persone oneste a cui non ha regalato niente nessuno.
Ma pensando ai tuoi alunni tutto sommato potrebbe andare peggio: per esempio potrebbero prendere a modello l’ubriaco che ha ucciso i quattro ragazzi qualche mese fa ora diventato testimonial di un marchio di jeans. Potrebbero aspirare a diventare dei criminali per poter accedere al patinato mondo dei VIP.
By: ArabaFenice on 19/11/2007
at 16:35
Benvenuti alla fiera delle banalità!
Magari erano meglio i figli della lupa che avevano come modello di riferimento quel maschiaccio del Duce?
Non sono i modelli di riferimento che formano le persone, è la conoscenza e magari anche un po’ di cultura (che non fa male).
Ai giovani bisogna insegnare a ragionare con la propria testa, quello è l’unico modello che vale veramente! E per te che sei insegnante questa dovrebbe essere una missione!
By: PaSqualo on 22/11/2007
at 19:36
…ciaoooooooooooooooooooooooooooo……!!
By: ... jessy & clarù... on 14/11/2008
at 20:27
ciao e giusto per me…….
By: corrado on 17/11/2008
at 21:03