Quando ho scritto l’ultimo post, più di un mese fa, non sapevo che sarebbe stato l’ultimo per molto tempo. Non lo avevo previsto e non era programmato, ma così è stato. Gli eventi, quelli personali, privati, quelli che ti fanno sanguinare il cuore ogni volta che ci pensi e che ti strappano una lacrima nonostante siano passate settimane o mesi, hanno sopraffatto tutto: non ho potuto fare altro che farmi sommergere dalla marea cupa e potente che mi si è gettata sopra all’improvviso, dall’oggi al domani, facendo crollare parte del mio mondo senza nemmeno avermi lasciato abituare all’idea. Le parole non sono più venute, sono scomparse nella nebbia della sofferenza, e per quanto le cercassi, non c’erano, mi avevano abbandonato.
Ho vissuto per settimane, giorno e notte, accanto ad un essere tanto piccolo che stava sul palmo della mia mano. Stava con me da sedici anni, quasi metà della mia vita, e mi ha dato affetto, compagnia, tenerezza, gioia, risate, soli ed estati calde, talmente infinite e profonde, che credevo che nessuna nuvola sarebbe mai giunta ad offuscarlo, tantomeno ad oscurarlo.
Poi la vita presenta il conto, e spesso non siamo abbastanza pronti né disposti ad accettarlo. Viene il momento di restituire quello che ci è stato regalato, che ci è appartenuto per tanto e poco tempo al tempo stesso, e ti ritrovi in lacrime, privato di un pezzo di cuore, piallato dentro, senza nessuna voglia di parlare, di leggere, scrivere, ascoltare musica, aprire gli occhi, vivere. La vita quotidiana diventa pesante, ogni cosa che prima facevi senza neppure pensarci, distrattamente, diventa un peso, e l’insensibilità, il rigetto, trsformano la tua vita.
L’abbandono, l’addio per sempre, la strada che porta verso il buio è così dolorosa, così profondamente e intimamente drammatica, che nulla può distoglierti dal percorrerla, come un percorso obbligato dal quale non c’è via di scampo. Devi soffrire, consumarti dentro, perderti, prima di poter un giorno rialzare gli occhi in su e renderti conto che quello che canta è un usignolo e non un corvo, e che è il sole ad illuminarti e non un neon, che quanto è stato è solo momentaneamente interrotto, non cancellato per sempre. Ma arrivare a quel momento è difficile, è penoso, è doloroso. Occorre elaborare il lutto, accettare il vestito nero, prima di potersi riguardare nuovamente nello specchio della vita e riprendere gli intrecci delle storie che compongono il puzzle della tua quotidianità, permettersi di pensarsi in una luce diversa, non più o meno intensa, solo nuova.
Non so se oggi ho ricomposto tutto il puzzle degli affetti quotidiani. Credo che forse vi siano delle tessere che ancora non si confanno agli spazi lasciati vuoti e che ci vorrà del tempo per poter vedere terminata la trama che prima c’era. Ma accettare quella vacuità è necessaria, se si vuole guardare avanti: solo non so se ne sarò davvero capace, se sarò abbastanza forte, perché quando mi guardo indietro cerco quella tessera, la sogno, nonostante sappia che non potrò mai più ritrovarla.
Così, come Orfeo cantava il suo triste amore per Euridice, ho scritto questo post. Rappresenta quel tassello bianco che non ritroverò mai più, ma di cui conosco perfettamente la forma, l’estensione, il colore, le sfumature, le sagome delle raffigurazioni che includeva. Di quella tessera ho un’immagine così nitida e vivida, che la riconoscerei e la ritroverei tra mille, ad occhi chiusi, nella più furiosa e catastrofica tempesta di sabbia.
Ho perso una parte di me alla quale non sapevo di tenere tanto, e l’ho capito appena in tempo per capirlo, poco prima che mi venisse tolta, quando ormai non c’è più nulla da fare se non immalinconirsi per poter essere, per una manciata di secondi, di nuovo felice. Più cerco di non pensarci, più ottengo l’effetto contrario. Mi rendo conto che ho bisogno di quella tessera, di quella che non troverò mai più, di quella che ha portato via con sé una parte della mia vita, dei miei sentimenti, del mio affetto, della parte bella di me. Di quella tessera, non di un’altra simile: di quella che non ho più qui, vicino a me, nonostante non fosse più perfetta ma ormai sgualcita dal tempo che passa inesorabilmente, e che pure rimaneva bellissima, la più bella che avevo.
Forse la cercherò ancora a lungo. Forse presto o tardi mi rassegnerò. Sara’ forse così, cercando costantemente, che si impara a sopravvivere…
Bentornato.
By: marckuck on 01/07/2007
at 20:26
mi dispiace tanto…un abbraccione
By: giugiu on 01/07/2007
at 22:33
Spiace tanto anche a me. Un abbraccio forte e solidale, e grazie per essere tornato.
By: aless on 02/07/2007
at 05:38
Mi dispiace moltissimo per questo tuo momento buio, effettivamente ci avevi fatto preoccupare…ma nonostante questo, bentornato, Fabio…
By: Vita on 02/07/2007
at 10:35
mi dispiace davvero tanto, Fabio. ti mando anch’io un abbraccio…
By: leucosia on 02/07/2007
at 12:36
in queste situazioni non ci sono le parole giuste nemmeno da parte di chi può capire “il vuoto”. un bacio.
By: gigia on 02/07/2007
at 17:45
Sono lieta che tu sia tornato…Coraggio Fabio, ti abbraccio !
Irene
By: irenespagnuolo on 02/07/2007
at 17:59
QUANTO TI CAPISCO è STATA DURA ANCHE PER ME QUANDO SE N’è ANDATA LA MIA ZIZZI…
By: precaria on 02/07/2007
at 19:55
Ti abbraccio forte….
By: Valentina on 02/07/2007
at 22:26
tornato…per tanto, per poco, per quanto vuoi. conta!
By: lois lane on 02/07/2007
at 22:41
noooooooo mi dispiace troppo prof… lvb
By: lukino on 02/07/2007
at 23:25
Bentornato, caro amico, se vorrai, poi, ci racconterai. Se avrai voglia di passare dal mio blog vedrai che anche io dal 23 maggio vivo una situazione assai negativa.
Con affetto
By: I Care on 02/07/2007
at 23:31
Attenti: è tornata Flavia 😛
By: vampyr8 on 03/07/2007
at 10:12
Coraggio Fabioletterario.
Un abbraccio
By: lavinia on 03/07/2007
at 18:25
le cose brutte, come le cose belle arrivano. una dopo l’altra. crescere, hai ragione tu, significa anche imparare a superarle…
By: wyllyam on 03/07/2007
at 19:22
Quando persi il mio penultimo cane,mi è sembrato di non potere più continuare…senza di lui.Lo amavo lo amavo lo amavo. Una persona mi disse “Dai su,era solo un cane”. SOLO capisci?
By: dicolamia on 04/07/2007
at 18:52
Bentornato, anche se con qualcosa in meno per ora.
Magari piú avanti diventerá qualcosa in piú.
By: ma.ni on 06/07/2007
at 19:51
Mi dispiace Fabio. Ogni tanto davo un’occhiata al tuo blog e lo vedevo fermo e ti diro’ che stavo un po’ in pensiero.
Questo post e’ veramente bello nella sua malinconia.
Ben tornato!
By: Artemisia on 17/07/2007
at 15:55