Rientro ora dalla sagra che tradizionalmente si svolge in questi giorni, nel mio paese. E’ la sagra del vino.
Nel clamore delle luci e delle musiche sparate a tutto volume dai chioschi tristi, mi fa specie vedere i baracconi dove è possibile vincere i pesci rossi. Stanno lì, piccoli, a attendere la loro sorte. In questo io proprio non ci sto. Non posso. Trovo disgustoso, che io possa vincere un animaletto. E poi, i pesciolini boccheggiano galleggiando a malapena in quelle bocce di vetro grandi sì e no un pugno.
Non mi diverto, alle sagre.
Non mi diverto a vedere i pesciolini che attendono di essere venduti da una pallina che si infila nella loro boccia. Non c’è rispetto, per loro, anche se sono pesci. E ciò mi infastidisce in modo terribile, e mi urta anche in quanto persona. Non credo che a noi piacerebbe essere vinti o galleggiare in modo improbabile all’interno di un vetro deformante.
Fabio, non credi che per qualcuno noi tutti siamo come quei pesci rossi?
Secondo loro senza idee, senza emozioni, senza futuro?
Verra’ un giorno che i pesci rossi pesci e i pesci rossi uomini si ribelleranno e canteranno in coro:
sono,sono,sono.
By: ludiel on 30/04/2006
at 23:07
e poi, quasi sempre, i pesci rossi vanno a finire in una vaschetta di fortuna in cucina, destinati a mangiare polverina per qualche giorno, a subire qualche cambio d’acqua improvvisato, fino a che la loro morte non toglie d’impaccio chi, qualche giorno prima, aveva gettato la pallina nella loro boccia.
By: cappuccinokid on 30/04/2006
at 23:08
Esatto, ludiel: non ho fatto l’accostamento ma mi riferivo a quello. Cappuccino: certo che hai ragione. Era il finale che non ho inserito…
By: Fabioletterario on 30/04/2006
at 23:12
Sono d’accordo. Anche dalle mie parti è in corso una fiera. Poveri pesci! Anche loro vittime della cattiveria umana. CIAO!
By: Kalypso on 01/05/2006
at 10:57