"Ci stanno". Continua a ripeterlo ogni volta che introduce un concetto. "Ci stanno." E insiste. Non capisce che è fuoriluogo? Proprio non lo capisce? Dobbiamo dirglielo noi? Debbo alzare la mano e chiederglielo? Se vuole, lo faccio. Sul serio.
Perché, qualcuno me lo può spiegare, un docente di master, utilizza inflessioni e una buona dose di parlata dialettale, durante la sua spiegazione? Forse per chiarici il concetto di Italiano lingua seconda?
Lo fa per un uso scorretto della lingua? Perché cerca una familiarità con noi? Perché non si accorge di scivolare? Per quale motivazione? Io proprio non riesco a darmi risposta. Beh, comunque sia, a me dà fastidio. Enormemente fastidio. Con me stesso sono rigido, e forse lo sono anche con gli altri; anche troppo. Ma "ci sta", a me proprio non va giù. L’Italiano non si può storpiare, specie in un contesto formale come quello post-universitario.
Il romanesco. E poi lui, che cerca in tutti i modi di essere piacevole, di illuminarci con i suoi occhi azzurri. Ecco, infila anche un "che ci stiamo a fa’ ", unendo in un solo enunciato italiano e romanesco. Lo ammetto: l’accento e le inflessioni non sono che la goccia che fa traboccare il vaso. Il punto è che è lui a non piacermi e ogni cosa che dice, ogni movimento, ogni espressione, mi dà fastidio. E’ chiaro: questa è antipatia definitiva. Non c’è proprio niente da fare.
Se è il suo insegnante di Master, se lo faccia piacere…le conviene!!!
“Che ce sto’ a fa qua?”…vado a nanna… notte a tutti…
By: criki on 27/02/2006
at 21:55
Domani vi spezzo le ossa, a Latino!
By: Fabioletterario on 27/02/2006
at 22:01
Perchè ci avrebbe dovuto spezzare le ossa?!?!? Se per quello che le ha scritto Criki allora non è giusto!! …Perchè lei non fa latino!!! 😉
By: bongi the bon on 28/02/2006
at 13:13