Pubblicato da: fabioletterario | 12/02/2006

Gente del Wyoming

Ieri pomeriggio, per puro caso, mi ritrovo in libreria a chiedere di testi comunissimi. Poi, mi salta la mosca al naso: "Per caso, avete il racconto da cui è stato tratto Brokeback mountain? Chiedo scusa ma non ricordo il titolo."

"Ah, credo proprio di no. Ma aspetti che provo a guardare."

Invece, ce l’hanno. Il commesso mi chiede: "Lo hai visto, il film? Com’è?"

E ripeto quanto già scritto in precedenza.

Oggi pomeriggio, in mezzora termino il racconto della Proulx.

Si tratta di un testo secco, nel quale credevo di poter ritrovare le atmosfere del film. In realtà, va in tutt’altra direzione. E in questo capisco anche la grandezza di Ang Lee.

Il racconto, 50 pagine in tutto, scorre come il fiume del film, ma non ha la stessa piacevolezza. Anzi: quasi urtano le descrizioni dei protagonisti, troppo sottili e poco profonde per appassionarmi. Chiarisco: il testo non è scritto male, tuttavia ha avuto la sfortuna di essere stato letto dopo aver visto il film, e sono troppo condizionato dal film per poterlo apprezzare come dovrei o potrei. Certamente, la sua compattezza lascia parecchio campo aperto all’immaginazione, ed è meno aperto della trasposizione cinematografica, visto che i punti che in essa sono vaporosi, qui invece sono assolutamente chiari.

Non leggetelo, se come me siete ancora in afflizione. Non trovereste nulla di quello che cercate. Ma se volete capire la genesi e l’evoluzione del film, allora non potete mancare all’appuntamento. Qui c’è l’humus, la sostanza originaria, prima che la mano sapiente e mitigatrice di Ang Lee la plasmasse.


Risposte

  1. Io l’ho letto prima di vedere il film e l’ho trovato favoloso.
    Avrai notato che lo stile crudo e asciutto con cui vengono descritti i loro primi incontri, lascia il posto ad una narrazione più dolce e morbida verso la fine del racconto. Secondo me è un modo geniale per definire l’evoluzione del rapporto tra Ennis e Jack, una lenta trasformazione da storia di sesso a storia d’amore.
    Il film è più patinato ma anche più poetico, secondo me, ed è proprio per questo che mi ci sono affezionato più che al libro. La tenerezza di quelle immagini mi rimarrà per sempre dentro.
    Per quanto riguarda il discorso sulla genesi del film, esiste un libro in lingua inglese che mi pare si intitoli “From novel to screenplay”. E’ abbastanza costoso, ma credo sia interessante.

  2. Dio, quante cose sai!

  3. Molte, forse pure troppe…


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