In un anno trascorso con la stessa classe, ho avuto parecchie soddisfazioni. Ma quella più grande, più profonda, più umana, me l’ha data e me la sta dando in questi giorni un alunno in particolare.
E’ in classe mia e di questo sono molto contento. Contento per il fatto che quando lo guardo sorridere mi si illumina il cuore. Perché quando mi guarda è un risultato trenta volte più gratificante di qualsiasi voto positivo assegnato. Perché quando ha imparato a non avere paura di me mi sono sentito investito di un grande compito. Perché quando ogni mattina, prima di cominciare la lezione, viene a salutarmi dandomi la mano, mi fa stare bene. Perché per fare questo ha dovuto vincere le sue paure e le sue diffidenze. Perché quando ha capito che posso giocare con lui non ho più smesso. E anche perché, quando mi ha chiamato prof per la prima volta, mi è sembrato di toccare il cielo con un dito. Aveva detto quella parola, e l’aveva detta rivolgendosi a me. Non ero più un’entità fisica non meglio precisata: ero il prof.
Il mio alunno è speciale. Non è un alunno come gli altri. Non vale di più o di meno, è semplicemente diverso da tutti gli altri, e proprio per questo motivo ogni tappa che ho raggiunto insieme a lui è qualcosa che non si può raccontare o descrivere: può solo essere vissuta.
Ci ho impiegato un anno intero, per farmi accettare nel suo mondo. In quel mondo fatto di pistole di plastica, di trapani finti, di cellulari che non funzionano: ma oggi, finalmente, penso di esserci. Me lo ha dimostrato l’altro giorno, scegliendo di farsi interrogare in lettura senza temere di stare vicino a me o di fare qualcosa perché io glielo chiedevo. E ha letto molto bene, in modo deciso. Ha persino accettato di leggere un brano che non era stato concordato, e non si è opposto, come forse avrebbe fatto un tempo.
Il mio alunno è in classe mia. Sembra banale ma non lo è. Il mio alunno mi ha insegnato che è difficile entrare nel mondo di un bambino, specie quando i grandi incutono paura per il semplice fatto di esserlo. Il mio alunno sa chi sono, e qual è il mio ruolo. E io sono felice, perché domani lo rivedo.
Capisco molto bene quello che hai scritto, è per questo sentimento di vicinanza e comunicazione insieme che è bello il lavoro di insegnante… Sai che in un momento così importante della loro crescita tu ci sei: quello che insegni è il mezzo……
By: patrizia on 21/01/2006
at 12:24
Quando un bambino ti apre la porta del suo mondo , fa il dono più bello che si possa ricevere. Si deve entrare in punta di piedi, invitati magari da un sorriso o da una stretta di mano.E’ una sensazione magnifica … Ti auguro di trovare altri alunni speciali,che ti emozionino cosi intensamente!Erynwen
By: Erynwen on 21/01/2006
at 13:03
Dovrebbe essere cosi un insegnante ,sensibile e preparato al suo lavoro ,perche da lui dipende molto della vita futura dei suoi allievi ,cosa che molti pseudoinsegnanti non sono.
By: anonim on 21/01/2006
at 18:14
Lei lo ha conquistato veramente;
con lei fa cose che con gli altri professori non si immagina neanche di fare…
E’entrato nel suo mondo ormai, è dentro, e il suo alunno non ha fatto resistenza,l’ha lasciato entrare!
Avete un rapportro molto speciale,iniziato con dei semplici saluti,delle strette di mano fino ad arrivare al punto in cui la paura svanisce,il timore e l’imbarazzo verso gli altri crolla.
La vita di questo ragazzino cambia ora, per il solo fatto che ha imparato ad aprirsi e a conoscerla prof…
By: criki on 21/01/2006
at 20:47
Grazie a tutti per le belle parole. E grazie al mio alunno speciale per la strada che ha fatto insieme a me.
By: Fabioletterario on 22/01/2006
at 11:56