Sento la conferenza stampa di fine anno di Berlusconi, e – naturalmente – mi viene il voltastomaco. Anziché parlare degli affari pubblici, grazie al complice Pionati (carino il riporto, chi te l’ha insegnato così? Moira Orfei?), parte con una filippica da campagna elettorale. E questo sarebbe servizio pubblico? Lo so: dovremmo essere abituati, tuttavia non mi ci abituerò mai.
Berlusconi, per altro, oggi mi piace di più. Lo guardo e, lasciando perdere il fisico – e la faccia! – pare quasi umano. Ho detto pare. Sì, voglio essere masochista fino in fondo, e dire che quasi sembra normale. Ha perso il ghigno di sicureza che lo contraddistingueva, si rende conto dei disastri che ha compiuto (non da solo, in questo è stato ben supportato), ma non perde l’aria di saccenza che gli è propria. Non sono bastate le batoste elettorali di questi ultimi 3 anni: ma non si preoccupi, che l’anno prossimo finalmente capirà in modo definitivo cosa significa essere sconfitti dopo un mandato di 5 anni e "ben 30 riforme fatte." Almeno lo spero. Anzi: me lo auguro.
Signor Berlusconi, mi consenta: non è la quantità, ma la qualità.
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